"Per la prima volta e unica data in Italia"
Il nome Stone Foundation nasce come rappresentazione del forte legame d’amicizia e musicale tra i due fondatori Neil Sheasby e Neil Jones.
Dopo i primi due album usciti un po’ in sordina, gli Stone Foundation vengono notati dal batterista degli “The Specials”, John Bradbury, che li ha invitati ad aprire i concerti nel suo tour britannico.
Da allora il loro cammino non si è più fermato, perfezionando sempre di più la line-up.
Il successivo passo è arrivato all'inizio del 2014, quando sono stati scelti dalla campagna Visit Britain per suonare in Giappone, per tornare poi alcuni mesi dopo e riempire l’arena del Fuji Rock Festival di 4000 persone. Nello stesso anno pubblicano l'album “To Find The Spirit” con ospiti comei Carleen Anderson, Andy Fairweather Low e Nolan Porter che è presente anche nel successivo album del 2015 “A Life Unlimited” accanto a Graham Parker e Dottor Robert dei Blow Monkeys.
E’ con questo album che attirano l’attenzione e i favori di Paul Weller (The Jam – Style Council) sia per la musica che per contenuti testuali.
Weller si avvicinò originariamente agli Stone Foundation per aggiungere idee ad alcune progetti di base, ma alla fine rimase così colpito dai risultati che decise di produrre “Street Rituals” (2017), album completamente registrato ai suoi Black Barn Studios. In Street Rituals oltre lo stesso Weller sono ospiti anche Bettye LaVette e William Bell.
L’album ha un clamoroso successo di critica e di album e viene recensito positivamente da tutte le testate di settore.
Ma gli Stone Foundation non si cullano sugli allori e sfornano dopo circa un anno l’altro straordinario disco “Everybody, Anyone”.
11 nuove canzoni e, come prima, c'è una manciata di musicisti ospiti presenti nell'album, tra cui Kathryn Williams, Dr Robert, Mick Talbot, Steve White e Hamish Stuart della The Average White e ovviamente Paul Weller che suona un po 'di piano, chitarra e canta su un paio di canzoni. Registrato, anche questo, ai Black Barn Studios.
La band, sostenuta e incoraggiata dall’ottimo accoglimento dell'album precedente, ha preso una direzione leggermente diversa spingendo su atmosfere funk più dure e più pesanti, unendo a un pervadente groove delle grandi canzoni dai contenuti importanti.
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